La vittima, Vito Romito, fu uccisa il 30 novembre
La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato, con rinvio ad altra sezione della
Corte d’assise d’appello di Bari, la condanna a 30 anni di reclusione nei confronti di Roberto Boccasile, finito a processo per l’omicidio di Vito Romito, avvenuto a Bari il 30 novembre 2004. Boccasile era stato condannato sia in primo grado, nel 2021, sia in appello, nel 2024, ma la Cassazione ha annullato la seconda sentenza e accolto il ricorso degli avvocati dell’imputato, che avevano evidenziato sia “la inconciliabilità delle dichiarazioni” dei dieci collaboratori di giustizia ascoltati tra primo e secondo grado, sia “la genericità di una parte significativa” delle accuse. Boccasile era stato condannato per omicidio aggravato dal metodo e dall’agevolazione mafiosa: il delitto fu commesso in pieno giorno e fu ritenuto dagli inquirenti una vendetta rispetto all’omicidio di Antonio Fanelli, avvenuto tre giorni prima e attribuito dalla Dda di Bari al clan Strisciuglio, al quale apparteneva Romito.