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Calvario ospedaliero dopo l’infarto: 59enne ottiene 200mila euro di risarcimento dall’Asl di Brindisi

La grave invalidità conseguente alle infezioni e ai trattamenti subiti è stata confermata dai periti medici

Un uomo di 59 anni di Ostuni ha ottenuto giustizia dopo un calvario ospedaliero durato 168 giorni e che ha coinvolto diverse strutture sanitarie italiane. Tutto ha avuto inizio il 9 giugno 2019, quando è stato ricoverato d’urgenza al “Perrino” di Brindisi per un infarto miocardico acuto e sottoposto a un intervento di angioplastica. Durante il ricovero, l’uomo ha contratto una grave infezione batterica da Klebsiella, aggravata da altre complicazioni che hanno portato a una lunga serie di trasferimenti ospedalieri, interventi e trattamenti complessi in diverse città, tra cui Bari, Padova e Pavia. La vicenda è giunta in tribunale, dove il giudice ha condannato l’Asl di Brindisi a risarcire l’uomo per oltre 200.000 euro per il danno biologico subito.

La sentenza ha stabilito che le lesioni riportate dal paziente sono imputabili alla condotta imperita del personale sanitario dell’ospedale “Perrino”, che non avrebbe identificato tempestivamente una rara complicanza della tracheotomia – una fistola tracheo-esofagea – prolungando così il periodo di degenza e aggravando la condizione fisica del paziente. Nel corso del lungo percorso giudiziario, la grave invalidità conseguente alle infezioni e ai trattamenti subiti è stata confermata dai periti medici incaricati dal tribunale, i quali hanno evidenziato come la gestione clinica, inclusa la tracheotomia mal riuscita, abbia contribuito al peggioramento delle condizioni del paziente e al ritardo nella guarigione.

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