Durante l’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere anche il giudice Errede
Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i cinque indagati coinvolti nell’inchiesta della Procura di Potenza su un presunto sistema di affidamento di incarichi e nomine a professionisti in cambio di regali e favori al tribunale fallimentare di Lecce. Davanti al giudice Salvatore Pignata, nel corso degli interrogatori di garanzia, hanno chiesto di avere più tempo per prendere visione dei capi d’accusa contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare. Le indagini riguardano il magistrato pugliese Pietro Errede, fino a poco tempo fa in servizio al Tribunale di Lecce, ora a Bologna, un avvocato e tre commercialisti, tutti ai domiciliari. Errede era già indagato nel procedimento per corruzione e turbativa d’asta.