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Omicidio Cilli, per il giudice delitto commesso per il controllo delle piazze di spaccio

Il 24enne sarebbe stato minacciato in altre occasioni dal clan Sarcina

Un omicidio commesso “nell’ambito del controllo delle piazze di spaccio gestite dal clan Sarcina”. È quanto emerge dalle 176 pagine che il Gup, Ivan Barlafante, ha depositato nel procedimento a carico di Dario Sarcina e Cosimo Damiano Borraccino, entrambi di 34 anni, condannati per l’omicidio di Michele Cilli, 24enne scomparso a Barletta nella notte tra il 15 e il 16 gennaio 2022. I due sono stati condannati il 30 marzo 2023 rispettivamente a 18 anni e otto mesi e cinque anni e otto mesi. A sostegno della ricostruzione fatta dalle autorità il ritrovamento di una agendina in cui erano scritti, secondo il giudice, “nomi e cifre riconducibili alla tipica contabilità tenuta nel traffico di stupefacenti”.

Nella ricostruzione fornita dal giudice si legge come il delitto non fosse stato premeditato da Sarcina e Borraccino, in quanto il primo avrebbe potuto costruirsi un alibi migliore di quello fornito agli inquirenti durante l’interrogatorio: a destare sospetto erano delle ferite alle mani che lui tentò di liquidare come conseguenze di un pugno a uno specchio. Una perizia accertò che nei tagli, non erano presenti residui di vetro. Cilli sarebbe stato già minacciato dal clan Sarcina tre anni prima della scomparsa, secondo quanto raccontato da alcuni testimoni, e nel 2014, ancora minorenne, avrebbe partecipato all’agguato nei confronti di uno dei pusher del clan.

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