La decisione arriva dai giudici della seconda sezione penale della Cassazione. Gli imputati rispondevano, a vario titolo, di porto e detenzione di armi da sparo e di alcuni episodi di estorsione ai danni di commercianti
Sono diventate definitive sei delle nove condanne per gli imputati nel processo sulla guerra di mafia tra i clan Di Cosimo-Rafaschieri del quartiere Madonnella di Bari, alleati degli Strisciuglio, e Parisi-Milella-Palermiti di Japigia. Gli imputati rispondevano, a vario titolo, di porto e detenzione di armi da sparo e di alcuni episodi di estorsione ai danni di commercianti, con l’aggravante del metodo mafioso e della finalità di agevolare associazioni mafiose. La decisione arriva dai giudici della seconda sezione penale della Cassazione che hanno dichiarato inammissibili i ricorsi presentati da sei imputati e hanno annullato con rinvio la posizione di altri tre.
Secondo l’accusa, gli Strisciuglio sarebbero intervenuti in aiuto del clan Di Cosimo nel conflitto in corso con i Parisi per il controllo dei traffici illeciti nel quartiere Madonnella,
culminato nei due agguati del 18 settembre 2018 (ferimento di Andrea Fachechi) e del 24 settembre dello stesso anno (quando furono uccisi a Carbonara i fratelli Walter e Alessandro Rafaschieri). Sarebbe allora scaturita una volontà di vendetta con una serie di incontri per organizzare commandi per un confronto armato con i rivali del rione Japigia. Le indagini hanno poi portato anche all’accertamento di due estorsioni al titolare di una rivendita di pneumatici del quartiere Libertà (10 mila euro in
tranche da 500) e al proprietario di una rivendita di vini del quartiere Madonnella (15 mila euro).
Nello specifico, sono passate in giudicato le sentenze di condanna (a pene comprese tra i 6 anni e 7 mesi e i 2 anni e 8 mesi) a carico di Daniele Di Leo, Marco Tempesta, Tommaso Ruggiero, Cosimo Damiano Ladisa, Ivan Lovergine e di Cristian Di Cosimo. Sono state annullate con rinvio ad altra sezione della Corte d’appello di Bari per un nuovo processo le posizioni di Francesco Rafaschieri, Saverio De Santis (limitatamente a due capi d’imputazione e alle contestate aggravanti) e di Francesco Sigismondo, solo per il trattamento sanzionatorio.