L’indagine riguarda la Sudcommerci srl, dichiarata fallita nel 2022, e amministrata dagli imprenditori De Gennaro. Tra gli indagati c’è anche l’avvocato ed ex consigliere regionale Giacomo Olivieri
Ci sono 10 indagati per il fallimento e concordato preventivo di 4 società. I finanzieri del comando provinciale di Bari hanno notificato gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari. 5 di queste persone appartengono a una nota famiglia imprenditoriale barese, attiva nel settore delle costruzioni e delle gestioni immobiliari. L’indagine della Guardia di finanza riguarda la Sudcommerci srl, dichiarata fallita nel 2022, e amministrata dagli imprenditori De Gennaro. Gli avvisi di conclusione delle indagini sono stati infatti notificati, tra gli altri, a Emanuele, Davide, Anna e Giuseppe De Gennaro. Tra gli indagati c’è anche l’avvocato ed ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, condannato di recente per voto di scambio politico-mafioso nell’ambito dell’inchiesta Codice interno che a febbraio 2024 portò a oltre 130 arresti.
Dalle indagini sono emerse gravi, molteplici e ripetute condotte di bancarotta fraudolenta patrimoniale, bancarotta fraudolenta da reati societari e per atti dolosi, bancarotta fraudolenta preferenziale, commesse dai predetti soggetti con riferimento alla gestione di quattro società riconducibili al medesimo gruppo.
In particolare, gli indagati avrebbero distratto e/o dissipato una parte consistente del patrimonio delle società, pari a oltre 58 milioni di euro, attraverso: complesse operazioni infragruppo, risultate simulate al fine di giustificare l’uscita di ingenti flussi finanziari, così sottraendoli alla garanzia dei creditori; pagamenti di fatture relative a operazioni inesistenti; erogazioni di risorse finanziarie in favore dei soci persone fisiche che non sono mai stat restituite; pagamenti preferenziali operati dolosamente in palese violazione della par condicio creditorum. Attraverso le evidenze raccolte, è stato inoltre possibile ricostruire il reiterato e sistematico mancato versamento delle imposte dovute, per complessivi 15 milioni di euro, quale illecito sistema di auto-finanziamento frutto di una pervicace pianificazione preventiva, con evidente danno per l’Erario. I responsabili hanno, infine, falsificato i bilanci di esercizio delle società, principalmente attraverso la sopravvalutazione di partecipazioni infragruppo.








