“Ci mettiamo le nostre facce e i nostri corpi”
Anche il Policlinico di Bari, ha aderito al flashmob, che alle ieri sera alle 21, ha unito in un filo immaginario, 230 ospedali italiani da nord a sud. In circa un migliaio, personale sanitario, esponenti delle istituzioni e cittadini comuni, hanno affrontato la pioggia battente, per chiedere che si fermi il genocidio del popolo palestinese. “Ci mettiamo le nostre facce e i nostri corpi” è la dichiarazione, letta in contemporanea con gli altri ospedali, che ricordando il giuramento di Ippocrate, sappiamo che non esiste neutralità di fronte alla distruzione di ospedali e vite umane. Sono 1.677 i sanitari uccisi a Gaza, negli ultimi due anni, commemorati con la lettura collettiva dei loro nomi, a staffetta, è un centinaio ciascuna, tra le Regioni. Un numero fermo a tre settimane fa, al quale, è stato ricordato, si sono aggiunti nel frattempo, altre 47 operatrici e operatori, uccisi. “Una strage che va avanti sistematicamente; il tentativo – è il giudizio politico dei promotori della mobilitazione – che chiedono alle istituzioni di fare di più per fermare questo massacro – di eliminare un popolo”.
La bandiera della Palestina sulla facciata del Ss Annunziata di Taranto. L’ospedale aderisce, assieme ad altre strutture della provincia, alla iniziativa Luci per Gaza che coinvolge 100 ospedi in tutta Italia. È un modo per ricordare medici e infermieri morti durante la guerra nella Striscia di Gaza, ma anche per chiedere al governo israeliano di fermare il genocidio. Le bandiere palestinesi sventolano anche davanti all’ingresso dell’ospedale tarantino dove in serata, nonostante la pioggia, si sono riunite decine di persone tra personale sanitario e cittadini. Hanno letto i nomi di tutti i medici e gli infermieri morti in guerra.