Agivano in branco, usando le logiche del dominio e della prevaricazione, seminando paura nel quartiere. Le condanne sono finalizzate al processo rieducativo
Hanno agito in gruppo, usando le logiche del branco, del dominio, della prevaricazione, indossando abbigliamento intimidatorio, seminando paura nel quartiere: le “case parcheggio” al quartiere Tamburi di Taranto. E’ questo, in sintesi, il contenuto delle motivazioni delle sentenze emesse lo scorso 11 settembre per i 5 minorenni, dai 14 ai 17 anni, condannati in quattro a 1 anno e 2 mesi e, un altro, a 1 anno e 4 mesi, accusati di aver aggredito un ragazzo nigeriano lanciandogli contro pietre e bottiglie di vetro, ferendolo. Il collegio di giudici del tribunale per i minorenni, presieduto dalla dottoressa Furio, ha respinto anche la sospensione della condizionale della pena, ritenendo che non si possa attuare il processo rieducativo senza passare dall’esecuzione della pena e dall’allontanamento dal contesto in cui sono cresciuti. Riscontrati inoltre l’assenza di pentimento e il rischio di recidiva, considerando anche la sfrontatezza dimostrata con la sassaiola contro i carabinieri.