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Colpo di scena nella vicenda Argentina: il figlio non morì per le coltellate, il padre torna libero

Secondo quanto emerso dagli esiti dell’autopsia, non sarebbero state le coltellate a causare la morte del 44enne, ma una sorta di crisi cardiorespiratoria legata a condizioni di salute già compromesse

Colpo di scena nella vicenda che vedeva Angelo Argentina, 72 anni, accusato dell’omicidio del figlio Stefano, la cui morte avvenne il 13 marzo scorso. Secondo quanto emerso dagli esiti dell’autopsia, non sarebbero state le coltellate inferte durante il litigio tra padre e figlio a causare la morte del 44enne, ma una sorta di crisi cardiorespiratoria legata a condizioni di salute già compromesse.

Il consulente nominato dalla Procura, il medico legale Domenico Urso, ha escluso un nesso diretto o anche solo concausale tra le ferite e il decesso dell’uomo, avvenuto lo scorso marzo all’ospedale Perrino di Brindisi, 24 ore dopo la lite avvenuta nelle campagne tra Francavilla Fontana e Villa Castelli. Una svolta che ha portato alla revoca della misura cautelare nei confronti dell’anziano padre. Il gip Vittorio Testi, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Alfredo Manca, ha disposto la liberazione di Angelo Argentina, che dopo la detenzione in carcere si trovava agli arresti domiciliari.

Alla luce dei nuovi elementi, l’ipotesi di reato potrebbe essere rivista: non più omicidio volontario aggravato, ma il più lieve reato di lesioni personali. Padre e figlio avevano litigato davanti alla villetta di famiglia. Stefano, colpito all’addome con un coltello, era stato prima ricoverato al Camberlingo e poi trasferito al Perrino, dove è deceduto. 

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