Giovanni Loiudice, reo confesso del delitto, è stato arrestato a novembre scorso a distanza di 21 anni dai fatti
La procura di Bari ha chiesto 20 anni di reclusione nel processo che si sta svolgento con rito abbreviato a carico di Giovanni Loiudice, accusato dell’omicidio volontario di Massimiliano Cavotta, ucciso nel 2003 ad Altamura con sette colpi di pistola mentre tornava a casa insieme con la moglie ed il figlio di 3 anni. Il 63enne, reo confesso del delitto, è stato arrestato nel novembre scorso, a distanza di 21 anni dal fatto insieme a Nicola Centonze, 48 anni, anch’egli accusato di omicidio volontario. Per lui il processo con rito ordinario comincerà il prossimo 6 maggio in Corte d’Assise a Bari. Giovanni Loiudice è considerato la mente dell’omicidio, ma anche esecutore materiale: fu lui a sparare due colpi di fucile contro la vittima, che fu raggiunta anche da sette proiettili esplosi dalla pistola di Centonze. Secondo la Dda, Cavotta che avrebbe avuto dei contrasti con alcuni esponenti della criminalità organizzata altamurana, avrebbe pagato con la vita un agguato a colpi d’arma da fuoco compiuto da Cavotta proprio ai danni di Loiudice che rimase ferito. Nei procedimenti in corso si sono costituiti parte civile sia la Regione Puglia che i parenti della vittima. La sentenza per Loiudice è attesa per il prossimo 17 giugno.