Massimiliano Cavotta fu ammazzato a colpi di fucile mentre era in auto con la moglie e il figlio di 3 anni che riuscirono a salvarsi
Inizierà il prossimo 6 maggio davanti alla Corte d’Assise di Bari il processo nei confronti di Nicola Centonze, accusato dell’omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso di Massimiliano Cavotta, ucciso ad Altamura mentre era in macchina con moglie e figlio di 3 anni, l’11 ottobre del 2003.
Il gup Paola Angela De Santis ne ha disposto il rinvio a giudizio. Il prossimo 8 aprile è stata fissata la discussione del rito abbreviato per il coimputato, Giovanni Loiudice, ideatore dell’omicidio, ma anche esecutore materiale: fu lui a sparare due colpi di fucile verso la vittima, che fu raggiunta anche da sette proiettili esplosi dalla pistola di Centonze. Secondo la Dda, Cavotta avrebbe avuto dei contrasti con alcuni esponenti della criminalità organizzata altamurana. Il suo omicidio sarebbe stato ordinato come ritorsione per vendicare un precedente agguato a colpi d’arma da fuoco commesso da Cavotta proprio ai danni di Loiudice che rimase ferito. Centonze e Loiudice sono stati arrestati lo scorso novembre, a distanza da 21 anni dal delitto. Costituti parte civile i familiari della vittima, assistiti dall’avvocato Angelo Dibenedetto, e la Regione Puglia e il comune di Altamura. Lo scorso 20 febbraio Centonze, ex collaboratore di giustizia, è stato arrestato (mentre era già in carcere) perché ritenuto il coordinatore dell’attentato dinamitardo del 5 marzo 2015, avvenuto nel locale Green Table di Altamura, in cui rimase ucciso il calciatore 27enne Domenico Martimucci.