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Ex Ilva: verso rinnovo cassa, sindacati chiedono riduzione dei numeri

I numeri delle unità interessate potrebbero essere sforbiciati, in prospettiva della risalita della produzione

E’ in arrivo la lettera con cui Acciaierie d’Italia chiede ai sindacati il rinnovo della cassa integrazione straordinaria per il 2025. La cassa è già coperta finanziariamente con uno stanziamento nella legge di Bilancio e l’accordo tra le parti riguarda solo la gestione operativa. La scadenza della cassa avverrà nelle prossime settimane per cui le sigle metalmeccaniche attendono a breve la lettera dell’azienda. L’anno scorso, con decorrenza retroattiva per agganciare la tranche precedente, fu rinnovata a fine luglio al
ministero del Lavoro e anche ridotta rispetto alle richieste iniziali dell’azienda. AdI, infatti, voleva in cassa 5.200 dipendenti, di cui 4.400 a Taranto, poi scese a 4.700 per tutto il gruppo e infine l’intesa si chiuse su 4.050, di cui 3.500 a Taranto. Numeri massimi, che nei mesi scorsi non sono mai stati toccati. A Taranto, per esempio, il ricorso alla cassa ha oscillato in una fascia compresa tra le 2.300 e le 2.800 unità. Inoltre, rispetto alle fasi precedenti, la cassa è stata economicamente integrata da Acciaierie per attutirne l’impatto economico sul personale. L’intesa di luglio è stata firmata con un solo altoforno in attività, ora
che quelli operativi sono due, i sindacati si aspettano (e lo chiederanno al tavolo) che i numeri della cassa
possano essere sforbiciati, nella prospettiva della risalita della produzione. Al momento la ripartenza dell’altoforno 2, fermo da tempo, è programmata nel secondo trimestre dell’anno e non ha registrato slittamenti.

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