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Investimenti su piattaforma on line, indaga la Guardia di Finanza di Lecce

La piattaforma 2139 Exchange prometteva guadagni sicuri. Invece si è rivelata un miraggio per molti investitori

Lecce diventa con Perugia l’epicentro dello scandalo del sito 2139 Exchange , la piattaforma on line che prometteva guadagni sicuri con investimenti in criptovalute e futures e che invece si è rivelata un miraggio per molti investitori. L’inchiesta vede in campo la Gdf di Lecce col nucleo Pef, giacchè la provincia di Lecce risulterebbe dalle indagini quella più colpita dalla truffa insieme alla provincia di Perugia con migliaia di investitori truffati. Un compito non semplice per i finanzieri . Le persone truffate ad oggi ascoltare dopo la denuncia avrebbero infatti rivelato di non avere nulla che dimostri l’investimento effettuato e poter riavere i soldi persi . Per avere indietro il denaro sottratto infatti è necessario esibire le “stringhe” , una specie di Iban digitale con cui è stato effettuato il versamento in criptovalute. Il sistema si basava, come molti altri, sulla classica “catena di Sant’Antonio” o del cosiddetto “schema Ponzi”. Più persone coinvolgi, più guadagni, ma guadagna, in sostanza solo chi entra prima, intascando i soldi di chi arriva dopo. L’investimento minimo era di 350 euro. Il sito è stato chiuso lo scorso settembre dalla Consob .

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