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La Regione Puglia chiede i danni all’ex assessore Alfonsino Pisicchio

Anche il Comune di Bari si costituisce parte civile nel processo per corruzione

 La Regione Puglia e il Comune di Bari hanno chiesto di costituirsi parte civile nel processo a carico
dell’ex assessore regionale Alfonsino Pisicchio, del fratello Enzo e di altri 12 imputati accusati, a vario titolo, di corruzione, turbativa d’asta, falso, truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed emissione di fatture false. La richiesta è arrivata oggi davanti al gup di
Bari Nicola Bonante.
Il Comune, che si è costituito nei confronti dei due Pisicchio, dell’ex responsabile unico del procedimento Francesco Catanese e dell’imprenditore Giovanni Riefoli, chiederà oltre un milione di euro tra danni d’immagine e patrimoniali. La Regione si è costituita nei confronti di Alfonsino Pisicchio e di alcuni
altri imputati, ma non del fratello Enzo. Ad Alfonsino Pisicchio sarà chiesto un risarcimento dei danni non patrimoniali di 50mila euro. Alfonsino Pisiscchio, nel periodo in cui era assessore della giunta Emiliano,
avrebbe utilizzato “la sua influenza politica e le sue relazioni – come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – tramite suo fratello Enzo, per ottenere ritorni in termini di consenso elettorale”. Enzo Pisicchio, invece, avrebbe agito “quale esecutore delle direttive” del fratello “e quale schermo per impedire di
risalire al ruolo e al contributo di Alfonsino”. Dalle indagini è emersa la turbativa di una gara d’appalto bandita dal Comune di Bari per l’affidamento delle attività di supporto per la gestione e riscossione dei tributi, aggiudicata nel settembre del 2019, con importo a base d’asta di circa 5,5 milioni. Il rup, Francesco Catanese, secondo l’accusa avrebbe confezionato il bando ad arte per un imprenditore ottenendo in cambio l’assunzione della moglie. Inoltre, un componente della commissione di gara avrebbe
ottenuto la stessa promessa di assunzione per il figlio con l’intermediazione dei fratelli Pisicchio a loro volta destinatari di denaro, assunzioni, promesse di assunzioni ed il finanziamento illecito al partito ‘Iniziativa democratica’ da parte dell’imprenditore cui avevano fornito informazioni riservate. L’udienza è stata rinviata al prossimo 4 febbraio.

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