Imparentata con un noto esponente mafioso, aveva organizzato un capillare sistema di strozzinaggio
In un’agenda c’era l’elenco dei debitori e delle somme dovute, tutti coloro a cui prestava soldi imponendo tassi usurai dal 200 al 600 per cento annui. Ma la donna arrestata dai carabinieri di Foggia, su richiesta della Dda di Bari, non era solo un’usuraia. Imparentata con un noto esponente mafioso, costringeva le vittime al silenzio tramite minacce e azioni violente facendo riferimento e spendendo i nomi di noti esponenti di clan della Società Foggiana. Le indagini sono partite dall’incendio dell’auto di una vittima e hanno consentito di ricostruire il sistema organizzato dall’usuraia che le assicurava elargizioni continue di denaro. Durante le indagini sono stati sequestrati anche pizzini, denaro contante, un libretto postale intestato ad un bambino disabile, figlio di una coppia vittima di usura che lei aveva trattenuto a titolo di garanzia.