Tra gli agenti coinvolti nel pestaggio anche il sovrintendente Domenico Coppi, già condannato a tre anni e sei mesi di reclusione in abbreviato per tortura, rifiuto d’atti d’ufficio e falso
Arriverà a sentenza il prossimo 20 marzo la vicenda delle presunte torture in carcere sul detenuto malato psichiatrico al carcere di Bari, colpito con calci, anche alla testa, lo scorso 27 aprile 2022, da alcuni agenti penitenziari. Per il pm Giuseppe Maralfa le presunte violenze sono da riferirsi al reato di tortura. Il magistrato lo ha ribadito nell’udienza di oggi rispondendo alle difese degli imputati. Tra cui quella dell’agente Raffaele Finestrone: “L’aggressione c’è stata, ma nell’ambito di un contesto difficilissimo – aveva detto l’avvocato Donato Marcucci – in cui sono stati compiuti certamente gesti inconsulti. Ma non c’è stata tortura”. Non la pensano così i magistrati della procura di Bari che hanno chiesto in tutto 11 condanne, dai 10 mesi agli otto anni di reclusione per gli agenti coinvolti e una multa da 60 euro per gli infermieri a processo per omessa denuncia. Tra gli agenti coinvolti nel pestaggio anche il sovrintendente Domenico Coppi, già condannato a tre anni e sei mesi di reclusione in abbreviato per tortura, rifiuto d’atti d’ufficio e falso. Il 15 si torna in aula per le repliche delle difese, il 20 l’attesa decisione.