Raccolte firme dal notaio, ma l’ultima indispensabile non arriva
Ha rischiato di terminare anticipatamente anche il secondo mandato del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci a causa delle dimissioni, ratificate oggi in uno studio notarile, della maggioranza dei consiglieri comunali. Ma in serata, contrariamente alle notizie che si erano inseguite per ore, di firme ne sono arrivate solo 16 e la diciassettesima, quella decisiva per determinare lo scioglimento, non è arrivata.
A tirarsi indietro con un duro comunicato contro il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, è stato il consigliere della lista Taranto senza Ilva, Luigi Abbate. “Non sono il pupazzo di Michele Emiliano – ha scritto – non firmo”. L’amministrazione Melucci era caduta anticipatamente già il 16 novembre del 2021. Dopo poco più di un anno e mezzo 16 consiglieri (di maggioranza e di opposizione) avevano deciso di staccare la spina ritenendo la gestione amministrativa ormai ingessata a causa delle ripetute fibrillazioni nella coalizione di centrosinistra. La crisi politica – lo ricordiamo – era nata in seguito alla decisione del primo cittadino di allargare alla maggioranza a Italia Viva, che non faceva parte dello schieramento originario e che improvvisamente era diventato il primo partito nella coalizione con sei consiglieri.