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Ex Ilva, aziende indotto verso cassa integrazione per 500 unità

Il numero dei lavoratori costretti a fermarsi è però destinato ad aumentare

Sono attualmente tra i 400 e i 500 i lavoratori dell’indotto di Acciaierie d’Italia a Taranto, per i quali le imprese hanno fatto richiesta di cassa integrazione ordinaria. “Ad un primo stock di 200 dei giorni
scorsi, si è aggiunta la Semat Engineering con altri 240. Se poi anche le altre realTà apriranno alla cassa integrazione, chiaramente il numero è destinato a salire, poiché ciascuna azienda va dai 60 agli 80 dipendenti”. Lo affermano Davide Sperti e Mimmo Amatomaggi della Uilm, che riassumono così la situazione delle imprese appaltatrici del siderurgico, strette tra mancati pagamenti, ordini di lavoro scarsi e prospettive molto incerte. Alcune aziende avrebbero difficoltà a garantire il pagamento degli stipendi di dicembre. La preoccupazione maggiore però è legata al varo dell’amministrazione straordinaria da parte del governo, che di fatto annullerebbe – anche se provvisoriamente – tutti i crediti vantanti dall’indotto nei confronti di Acciaierie d’Italia, che ammontano a 120 milioni di euro.

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