L’uomo, che aveva anche impedito alla ragazza di fidanzarsi con un suo compagno di classe, è stato assolto dal giudice monocratico “perché il fatto non sussiste”
Finisce con l’assoluzione con formula piena il processo a carico di un commerciante cingalese di 53 anni residente a Lecce con la famiglia , finito sotto accusa per aver impedito alla figlia all’epoca dei fatti 14enne , nata e cresciuta nel capoluogo salentino, di fidanzarsi con un compagno di scuola, perché promessa un sposa sin dall’infanzia ad un suo connazionale. L’uomo, difeso dall’avvocato Paolo Spalluto, è stato assolto dal giudice monocratico Valeria Fedele “perché il fatto non sussiste”. La pubblica accusa aveva chiesto invece una condanna a tre anni per il reato aggravato di maltrattamenti in famiglia. Fu la ragazzina a raccontare i fatti confidandosi a scuola con una delle sue inseganti raccontando di presunti atti di autolesionismo che avrebbe commesso , procurandosi delle piccole ferite ai polsi per ribellarsi al volere del padre.