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Borgo Mezzanone, migranti in protesta occupano nuovi moduli abitativi mai usati

I protestanti: “Vogliamo le case, non ci danno neanche i containers. Molti di noi lavorano in agricoltura, e da anni ci organizziamo in autonomia per avere una vita migliore”

Prosegue l’occupazione, a Borgo Mezzanone, dei container che avrebbero dovuto sostitutire le baracche del ghetto foggiano. Da stamattina un centinaio di migranti impengati nella raccolta dei pomodori nei campi sta portando avanti una protesta al Cara di Foggia per ottenere una sistemazione dignitosa. Le nuove unità abitative sono pronte da diverso tempo ma erano ancora imballate. Nelle ultime settimane decine di incendi hanno distrutto alcune abitazioni del ghetto. Ora i migranti fanno sapere che non smetteranno di occuparli fino a che non ci sarà una soluzione definitiva. “Vogliamo le case, non ci danno neanche i containers. Siamo le persone che abitano nel ‘ghetto’ di Borgo Mezzanone. Alcuni di noi vivono qui da tempo, altri sono arrivati da poco. Molti di noi lavorano in agricoltura, e da anni ci organizziamo in autonomia per avere una vita migliore”. Sul posto ci sono le forze dell’ordine che stanno monitorando l’evolversi della protesta. “Il governo ha destinato più di 53 milioni dei fondi del Pnrr al comune di Manfredonia per l’eliminazione del ghetto di Borgo Mezzanone e per trovare soluzioni abitative alternative per i lavoratori agricoli. A gennaio è stato firmato l’accordo per il progetto, che però – sottolineano i migranti – ripete il solito copione e propone soluzioni inaccettabili”

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