I parenti vogliono indagare per comprendere lo stato dell’uomo prima del suicidio
Si continua a indagare sull’aggressione subita da una donna di Galatone lo scorso 29 maggio. Oltre al fascicolo della Procura di Lecce, aperto per fare chiarezza sulla dinamica dell’aggressione, gli inquirenti ne hanno aperto un secondo, curato dalla Procura di Brindisi, volto ad accertare le condizioni psicofisiche del marito della donna, al momento della sua morte. La vittima, colpita da un fendente e ustionata in varie parti del corpo dal marito che le ha dato fuoco, è stata trasportata presso il Perrino di Brindisi. Le sue condizioni sono gravi ma stabili. L’uomo, invece, un 32enne di origini marocchine che si è dato fuoco con della benzina, avanti allo stesso ospedale, è morto a causa delle conseguenze riportate. Il marito della donna aveva tentato di accedere fuori dall’orario delle visite portando un peluche alla donna, ma era stato bloccato dalla Sicurezza. Il primo fascicolo della Procura di Lecce e supervisionato dalla pm Maria Grazia Anastasia, è volto a escludere altri elementi di indagine, come il coinvolgimento di un eventuale terza persona che avrebbe aiutato il 32enne marocchino. All’uomo era stato, infatti, un fermo con l’accusa di omicidio, poi non eseguito. Per i due figli di 7 e 5 anni, il Comune di Galatone e l’associazione “Mani Volontariato” hanno avviato una raccolta di beni di prima necessità.