La compagnia ha proposto un ricorso urgente al Tribunale per chiedere la restituzione della stazione di servizio, la decisione arriverà il 5 giugno
Torniamo a parlare del benzinaio più caro d’Italia, che nei mesi scorsi vendeva il carburante a 2,345 (la benzina) e 2,445 (il diesel), quando il prezzo nelle altre stazioni non superava i 2 euro. Benzinaio che per sua stessa ammissione andava a fare rifornimento dalla concorrenza. Lunedì abbiamo fatto sapere che IP ha presentato un ricorso per rientrare in possesso dell’impianto. La compagnia interviene per sottolineare che “il ricorso è stato presentato dalla IP in quanto la Gestione si è resa reiteratamente inadempiente con riferimento ai più basilari obblighi contrattuali”. Sempre IP ribadisce, sull’intera vicenda, che “alla Gestione del Punto Vendita venivano regolarmente riconosciuti i margini di gestione così come previsti dall’Accordo Sindacale vigente per la rete IP e quindi non i 3 centesimi litro dichiarati” e che “alla Gestione compete determinare il prezzo praticato al pubblico”. “Nel caso di specie”, aggiunge IP, “la Gestione a decorrere dal 2019 ha deciso di non attuare le azioni promozionali previste dal precitato Accordo Sindacale ovvero quelle proposte da IP”. Insomma, per IP le uniche responsabilità sono del Gestore.